L’orologio è riferibile a un filone di sperimentazione, sviluppatosi verso la metà dell”800 per l’uso dell’acqua come forza motrice nel campo dell’orologeria con macchine del tempo definite ‘affascinanti e artificiose’.
La sperimentazione fu condotta da Padre Giovanni Embriaco che operò in Francia e a Roma dove produsse tre esemplari di orologi monumentali collocati al Pincio, a Villa Borghese a Palazzo Berardi in via del Gesù. L’orologio proposto si ispira a quest’ultimo esemplare che sfrutta la caduta dell’acqua in bascule per imprimere un moto pendolare e creare la spinta ai meccanismi di avanzamento dell’orologio. L’orologio viene addossato al muro di contenimento che, opportunamente sagomato posteriormente, crea l’appoggio per la copertura in rame di protezione del meccanismo. L’insieme si configura quindi anche come una fontana in cui il gioco d’acqua è formato dallo zampillo della fontana laterale, dallo scorrimento dell’acqua da una vasca all’altra, dal riempimento e svuotamento delle bascule nella vasca inferiore e dal contemporaneo eterno movimento pendolare dell’asta e delle ruote dentate.
L’intero meccanismo resta visibile ed è sostenuto da una intelaiatura in acciaio, gli elementi destinati a convogliare l’acqua e le bascule sono in rame, il meccanismo formato dalle ruote dentate e dall’asta oscillante (in acciaio e ottone) è protetto lateralmente da elementi vetrati mentre l’elemento di protezione vetrato anteriore costituisce anche il quadrante dell’orologio.